lunedì 26 maggio 2014

Hedging e gestione del rischio

La gestione del rischio, o risk management, è il processo attraverso cui vengono elaborate strategie volte alla quantificazione, l'elaborazione, l'eliminazione del rischio stimato associato ad un dato processo produttivo.
Occorre premettere che, come teorizzato dalla legge di ferro della finanza, rendimenti elevati sono associati esclusivamente a rischi elevati. L'imprenditore, dal canto suo, si prefiggerà l'obiettivo di:
  • minimizzare le perdite legate al processo;
  • massimizzare il guadagno dello stesso.
A seguito dell'acquisto di un portafoglio, l'investitore pondererà ciascun rischio con la relativa probabilità di accadimento; vi saranno eventi legati a rischi elevati, ma che con bassa probabilità si presenteranno, ed altri di minore entità, associati a maggiore probabilità. Compito del manager sarà quello di elaborare una metodologia che permetta l'aggiramento, quanto possibile, di tutti quegli eventi cui sia associato un rischio più o meno elevato. In genere, il processo può essere scansionato nelle cinque fasi seguenti:
  • definizione del contesto;
  • identificazione dei rischi;
  • analisi degli stessi;
  • conseguente valutazione;
  • infine, controllo dei rischi.
Identificare i rischi, in genere, può risultare un'operazione assai complessa. Innanzi tutto, perché si considerano valutazioni derivanti da previsioni, dunque che presentano un certo margine di errore. In secondo luogo, i rischi possono dipendere direttamente da variabili non monitorabili, pertanto non sempre può risultare possibile eliminare del tutto l'incombenza di perdite. Inoltre, è necessario valutare anche il costo-opportunità legato a qualsiasi strategia messa in atto: le risorse (economiche, ma anche umane) messe a disposizione nel tentativo di limitare il rischio possano essere applicate per fini più produttivi.

Senza voler fornire una visione troppo semplicistica, si possono distinguere alcune fondamentali categorie di rischio:
  • errori umani, categoria nella quale non si annoverano esclusivamente gli errori involontari, ma anche il mancato rispetto delle regole e, soprattutto, le frodi;
  • errori di processo o malfunzionamento di macchinari;
  • errori dovuti a fattori esogeni, quali eventi politici, militari, ambientali, criminali;
  • errori di tecnologia, dovuti ad un'errato utilizzo degli impianti di produzione.
L'hedging è un'operazione che consente la copertura riguardo a possibili rischi legati ad un investimento. Pur non prevenendo tali eventi, questa operazione limita gli impatti negativi che questi potrebbero generare.

Alcune tipologie di rischio che si possono evitare sono:
  • Rischio legato al prodotto. Quello legato ai contratti stipulati sul mercato delle merci, che include prodotti agricoli, metalli e fonti energetiche.
  • Rischio legato al credito. Il rischio che il debitore non riesca ad estinguere il suo debito, equivalente, nel caso di Stati nazionali, al rischio di default.
  • Rischio legato alla valuta. Ovvero il rischio legato alla possibilità, da parte delle banche, di effettuare prestiti immediati.
  • Rischio legato al tasso di interesse. Gli intessi possono essere fissi o variabili; solitamente, si aggiusta il valore del tasso ad una quota con la quale si tenti, per lo meno, di recuperare l'inflazione, in modo da non incorrere in perdite di denaro. Qualora l'inflazione stessa assuma entità maggiore dell'interessa, si incorrerà comunque in una perdita.
  • Rischio legato al mercato azionario. E' possibile che i beni acquistati subiscano un deprezzamento, a causa di dinamiche interne al mercato azionario.
  • Rischio legato alla volatilità. L'investimento risente fortemente della stabilità della moneta, dunque del tasso di cambio; rischi maggiori saranno associati a monete più deboli.
  • Rischio volumetrico. Si deve tener conto del fatto che un cliente può richiedere una quantità di prodotto superiore o inferiore a quella prevista.
(Fonti: Wikipedia; Macroeconomia, O. Blanchard)

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